Stop alla stabilizzazione, tramite concorso pubblico, dei precari del Comune di Caltanissetta. La terza sezione del Tar Sicilia, presieduta da Nicolò Monteleone (consigliere estensore Federica Cabrini, primo referendario Giuseppe La Greca), ha accolto l’istanza cautelare di sospensione presentata da circa trenta ricorrenti – difesi dall’avvocato Alessandro Cucchiara – che avevano impugnato il bando emesso da Comune nisseno per la copertura di 44 posti, di cui 5 di istruttore direttivo amministrativo (categoria D/D1), 17 di agente di polizia municipale (categoria C/C1) e uno di vigilatrice d’infanzia (categoria C/C1). Concorso pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana del 28 dicembre scorso.

I giudici amministrativi – pur rinviando all’otto ottobre prossimo l’udienza di merito – hanno dichiarato la procedura di stabilizzazione “viziata da illegittimità”. Nell’ordinanza numero 239/2013 del 9 aprile, in sostanza, viene messo nero su bianco che “la riserva di personale precario non può superare il limite del 40%”. Mentre, il Comune di Caltanissetta ha bandito un concorso interamente riservato a “personale non dirigenziale destinatario del regime transitorio dei lavori socialmente utili di cui al fondo unico del precariato” in possesso del diploma di laurea per i posti di categoria D e del diploma di istruzione superiore per i posti di categoria C, nonché del requisito dell’anzianità di servizio di tre anni (anche non continuativi) maturati alle dipendenze di una Pubblica amministrazione.
“I posti messi a concorso erano tanti quanti i precari da stabilizzare”, ha dichiarato l’avvocato Cucchiara. Insomma, sarebbe stata sbarrata la strada a tutti coloro che, come i soggetti ricorrenti (molti dei quali dipendenti dell’ente stesso), risultavano in possesso dei titoli di studio e professionali per aspirare alle qualifiche richieste. “Quasi tutti i dipendenti del Comune di Caltanissetta che hanno proposto ricorso – ha concluso Cucchiara – risultano inquadrati da più di 8 anni con contratti a tempo indeterminato part-time con la qualifica professionale di esecutori amministrativi (categoria B) in virtù di un declassamento professionale operato dal Comune nel 2004 da categoria C a categoria B, i quali vantavano legittime aspirazioni di partecipazione alla selezione pubblica per avere i titoli di studio e professionali richiesti per l’accesso alle qualifiche bandite”.